venerdì 25 dicembre 2015

Merry Christmas


Merry Christmas to you heart that respects all without spare. (Buon Natale di cuore a te che rispetti tutti senza risparmiarti)

mercoledì 23 dicembre 2015

Era un'uggiosa giornata di pioggia...

Era un'uggiosa giornata di pioggia, e i nugoli di ombrelli che invadevano le strade rendevano il paesaggio umano un immenso torrente di forme astratte. Temevo che uno di quegli ombrelli sollevandosi scoprisse gli instancabili occhi di Pia, l'unica cosa azzurra di quel tempo cupo. (dal libro "Jack Holmes e il suo amico" di Edmund White)

domenica 20 dicembre 2015

Con tutti quei fasci di binari che...

Tanto era il via vai del ponte che le loro voci si sentivano appena. Ci si era messo pure un treno, che passava fischiando sotto il cavalcavia, senza rallentare alla stazione, bassa, con tutti quei fasci di binari che si sperdevano nel polverone e il sole, contro le migliaia di case che si stavano costruendo nell'avvallamento dietro la Nomentana. (tratto dal capitolo"Nottata a Villa Borghese" del libro "Ragazzi di vita" di P.P.Pasolini)

lunedì 14 dicembre 2015

Mancanza di originalità...

Ingresso Abbazia di S. Nilo Grottaferrata (RM)

Se tutti noi ci confessassimo a vicenda i nostri peccati, rideremmo sicuramente per la nostra totale mancanza di originalità. (Khalil Gibran, poeta libanese,1883-1931)

Abbazia di San Nilo.

martedì 8 dicembre 2015

Il sentimento della "vendetta"...


Il sentimento della "vendetta" è così grato, che spesso si desidera d'essere ingiuriato per potersi vendicare. (Giacomo Leopardi, poeta e filosofo, 1798-1837)

venerdì 6 novembre 2015

Se qualcosa mi consuma e mi invecchia...



Ho amici che non sanno quanto sono miei amici. Non percepiscono tutto l’amore che sento per loro né quanto siano necessari per me. L’amicizia è un sentimento più nobile dell’amore. Questo fa sì che il suo oggetto si divida tra altri affetti, mentre l’amore è imprescindibile dalla gelosia, che non ammette rivalità. Potrei sopportare, anche se non senza dolore, la morte di tutti i miei amori, ma impazzirei se morissero tutti i miei amici! Anche quelli che non capiscono quanto siano miei amici e quanto la mia vita dipenda dalla loro esistenza… Non cerco alcuni di loro, mi basta sapere che esistono. Questa semplice condizione mi incoraggia a proseguire la mia vita. Ma, proprio perché non li cerco con assiduità, non posso dir loro quanto io li ami. Loro non mi crederebbero. Molti di loro, leggendo adesso questa “crônica” non sanno di essere inclusi nella sacra lista dei miei amici. Ma è delizioso che io sappia e senta che li amo, anche se non lo dichiaro e non li cerco. E a volte, quando li cerco, noto che loro non hanno la benché minima nozione di quanto mi siano necessari, di quanto siano indispensabili al mio equilibrio vitale, perché loro fanno parte del mondo che io faticosamente ho costruito, e sono divenuti i pilastri del mio incanto per la vita. Se uno di loro morisse io diventerei storto. Se tutti morissero io crollerei. E’ per questo che, a loro insaputa, io prego per la loro vita. E mi vergogno perché questa mia preghiera è in fondo rivolta al mio proprio benessere. Essa è forse il frutto del mio egoismo. A volte mi ritrovo a pensare intensamente a qualcuno di loro. Quando viaggio e sono di fronte a posti meravigliosi, mi cade una lacrima perché non sono con me a condividere quel piacere… Se qualcosa mi consuma e mi invecchia è perché la furibonda ruota della vita non mi permette di avere sempre con me, mentre parlo, mentre cammino, vivendo, tutti i miei amici, e soprattutto quelli che solo sospettano o forse non sapranno mai che sono miei amici. Un amico non si fa, si riconosce. (Vinìcius De Moraes)

martedì 3 novembre 2015

Non sarò mai niente...

Opera di Tomasz Rut.



“Non sono niente. Non sarò mai niente. Non posso volere essere niente. A parte questo, ho in me tutti i sogni del mondo”. (Fernando Pessoa)

sabato 31 ottobre 2015

Tu non puoi amarmi...

Voglio morire... Tu non puoi amarmi. Ed io sono tanto decaduto che non mi ricordo, in una cabala d'or è molti anni, d'aver scelto Amare senza essere amato. (lettera a Evelina Scarpinelli Morasso di Gabriele D'Annunzio)

sabato 10 ottobre 2015

Il tuo amore ha grandi ali ed è forte...



Oscar Wilde: Lettera a Bosie (Lord Alfred Douglas) di lunedì sera, 29 Aprile 1895.


Mio carissimo ragazzo, questa mia è per rassicurarti del mio eterno amore per te. Domani tutto sarà finito. Se la prigione e il disonore saranno il mio destino, pensa che il mio amore per te e l’idea, la convinzione più ancora che divina, che tu mi contraccambi, mi sosterrà nella mia infelicità e mi renderà capace, spero, di sopportare pazientemente il dolore. Poiché la speranza, o piuttosto la certezza, di incontrarti di nuovo da qualche parte, è lo scopo e l’incoraggiamento della mia vita attuale, ah! Devo continuare a stare al mondo per questo. Il caro… è venuto a trovarmi oggi. Gli  ho dato diversi messaggi per te. Mi ha detto una cosa che mi ha rassicurato: mia madre non ha bisogno di nulla. Ho sempre provveduto a lei e l’idea che potesse soffrire di qualche privazione mi rendeva infelice. Per quel che ti riguarda (grazioso ragazzo dal cuore di Cristo), ti prego, appena avrai fatto tutto quello che puoi, parti per l’Italia, riacquista la tua tranquillità e scrivi quelle poesie che solo tu sai con quella tua grazia unica. Non esporti in Inghilterra, per nessuna ragione. Oh se un giorno a Corfù, o in qualche altra isola incantata, ci fosse una piccola casa dove vivere insieme! La vita sarebbe più dolce che mai. Il tuo amore ha grandi ali ed è forte, il tuo amore arriva a me attraverso le sbarre della prigione e mi conforta, l’amore è la luce che illumina le mie ore. Coloro che non sanno cos’è l’amore, so che scriveranno, se il destino ci sarà avverso, che io ho avuto una cattiva influenza su di te. Se sarà così, tu dovrai scrivere a tua volta che si tratta di una falsità. Il nostro amore è stato sempre bello e nobile, se sono stato la vittima di una terribile tragedia, è perché la natura di questo amore non è stata compresa.
Nella lettera di questa mattina dici una cosa che mi dona coraggio. Devo ricordarla. Scrivi che è mio dovere, nei tuoi confronti e nei miei, vivere nonostante tutto. Credo che sia vero. Proverò a farlo.
Voglio che tu tenga il signor Humphrey informato sui tuoi movimenti, così quando verrà potrà dirmi cosa stai facendo. Credo che gli avvocati possano vedere i prigionieri abbastanza spesso. Così potrà comunicare con te. Sono contento che tu te ne sia andato. So quanto deve esserti costato. Ma sarebbe stata un’agonia per me saperti in Inghilterra, quando il tuo nome fosse venuto fuori durante il processo. Spero che tu abbia copie di tutti i miei libri, le mie sono state vendute. Tendo le mie mani a te. Possa io vivere per toccare le tue mani e i tuoi capelli. Penso che il tuo amore vigilerà sulla mia vita. Se dovessi morire voglio che tu viva una vita serena da qualche parte, circondato da fiori, libri, dipinti e tanto lavoro. Cerca di farti sentire presto. Ti sto scrivendo questa lettera in mezzo a una grande sofferenza; questa lunghissima giornata in tribunale mi ha reso esausto. Carissimo ragazzo, dolcissimo fra tutti gli uomini, il più amato e adorabile. Oh aspettami! Aspettami! Sono ora, come sempre da quando ci siamo incontrati, con eterno amore devotamente tuo,
Oscar.

mercoledì 30 settembre 2015

La nostra fame non è solo di pane...




E in tutto questo impariamo che la nostra fame non è solo di pane ma anche di parole che escano dalla bocca dell’altro: abbiamo bisogno che il pane venga noi spezzato e offerto a un altro, che un altro ci offra a sua volta il pane, che insieme possiamo consumarlo e gioire, abbiamo sopratutto bisogno che un Altro ci dica che vuole che noi viviamo, che vuole non la nostra morte, ma al contrario, salvarci dalla morte.  (Enzo Bianchi, “Il Pane di Ieri”)

mercoledì 23 settembre 2015

Ma io corro come il vento che soffia...

Lo so che non mi crede se glielo dico, ma io corro come il vento che soffia. E da quel giorno, se andavo da qualche parte, io ci andavo correndo. (Dialogo tratto dal film "Forrest Gump" con Tom Hanks)


lunedì 7 settembre 2015

La memoria del cuore...

The astronomical clock on the St-Paulus-Dom Cathedral in Münster, Germany.

Era ancora troppo giovane per sapere che la memoria del cuore elimina i brutti ricordi e magnifica quelli belli, e che grazie a tale artificio riusciamo a tollerare il passato. (“L’amore ai tempi del coleradi Gabriel Garcia Marquez)

giovedì 27 agosto 2015

Persone comuni e persone intelligenti...

Una tipica differenza che assai spesso emerge nella vita quotidiana tra persone comuni e persone intelligenti è che le prime, nel riflettere e calcolare possibili pericoli, si limitano ad informarsi e a considerare i casi del genere che già sono accaduti; le seconde invece ponderano ciò che eventualmente potrebbe accadere; per cui pensano che, come dice un proverbio spagnolo, "Lo que no acaece en un ano acaece en un rato" (tradotto: Quello che non accade in un anno, accade in un baleno). E' una differenza che dipende, ovviamente, dalle rispettive doti naturali: infatti prospettarsi quello che può accadere richiede intelligenza e senno, invece per considerare quello che è accaduto bastano i sensi. (tratto dal libro "Aforismi sulla saggezza del vivere" di Arthur Schopenhauer)

sabato 15 agosto 2015

La solitudine è necessaria...


La solitudine è necessaria, ma purchè tu non sia
volgare, dovunque potrai essere in un deserto. (Angelus Silesius)


Smetti di trastullarti col tuo dolore
che come un avvoltoio ti rode la vita:
anche la peggiore compagnia ti fa sentire
che sei un uomo in mezzo agli uomini.
(da Faust 1, vv. 1635-38 di Johann Wolfgang Goethe)

domenica 9 agosto 2015

Un tacito, continuo rimprovero...


Ti lamenti se hai dei nemici?
Dovrebbero esserti amici forse
coloro a cui il tuo modo di essere
è un tacito, continuo rimprovero?
(dal "Divano occidentale-orientale" di  Johann Wolfgang Goethe 1749-1832)


giovedì 30 luglio 2015

Amo le virgole...

Amo le virgole. Detesto i punti e virgola. Non hanno nulla a che fare con il raccontare una storia. Ho smesso con le virgolette da un sacco di tempo. Non mi servono, e sembrano cacca di mosca disseminata sulla pagina. (Edgard L. Doctorow)
Scrivere è come guidare nella nebbia. Puoi vedere solo fino a dove arriva la luce dei fari. Ma vuoi comunque proseguire il viaggio fino alla fine. (Edgard L. Doctorow)
Quando scrivi un libro, non pensi in termini di critica. Non vuoi sapere troppo bene cosa stai facendo. Prima scrivi il libro, poi trovi una giustificazione. Il libro nasce come una conversazione in cui un interlocutore parla molto e un altro ascolta molto. (Edgard L. Doctorow)

1.2.3. Opere di Alexander Sulimov.

sabato 11 luglio 2015

Le braccia intorno a te...




Quando non sei in grado di combattere, devi abbracciare il tuo nemico. Se ha le braccia intorno a te, non può puntarti contro il fucile. (dialogo tratto dal film "Sette Anni in Tibet" di Bradley Darryl Wong

1.2. Palazzo dell'Unione Militare di Via Tomacelli Roma

martedì 30 giugno 2015

Trattenuti sghignazzi sibilanti...

Opera di Gianni Bellini.

Guardandomi intorno mi accorsi che Ruskay's era un ristorante gay. I camerieri erano tutti gay, ed era gay anche l'onnipresente profumo di Windex usato per pulirli. I pavimenti piastrellati come una volta, le luci teatrali, gli scoppi di risate che si trasformavano all'istante in trattenuti sghignazzi sibilanti: tutto aveva un'aria piuttosto gay, anche gli uomini in T-shirt attillate a dispetto del freddo che faceva fuori, e io speravo solo che nessuno dei miei clienti mi vedesse lì. (dal romanzo di E. White "Jack Holmes e il suo amico)

martedì 23 giugno 2015

Eppoi tornò fuori inspirando...

Opera di Irina Karkabi.

Anna nuotava verso di lui e quando gli fu vicina Lorenzo le girò le mani attorno ai fianchi, strinse le natiche tra le mani, salì sulle anche e verso i seni e la baciò violentemente. Le morse il collo e la spalla e sentì il sale tra le labbra, la lingua bagnata e il collo bagnato e la strinse ancora di più contro di sè, premendo contro il seno forte come di un animale nel pieno della vitalità. Mentre lei sospirava, infilò la testa sott'acqua, la baciò ancora con violenza, spinse le labbra sull'ombelico e più giù divaricandole le gambe eppoi tornò fuori inspirando e lei gemeva e lui ricominciò a passarle la lingua sul corpo, ovunque, fin sotto le ascelle bianche e, mentre lei lasciava cadere la testa all'indietro, la prese con una mano tra le gambe. (tratto dal romanzo "Sono comuni le cose degli amici" di Matteo Nucci)


sabato 20 giugno 2015

Quel sorriso invadeva il mio corpo...


"Un sogno bellissimo che non avrei mai potuto immaginare in migliaia di sballi, vidi quella ragazza accanto a me che non era bella finché non sorrise, le ondate di calore che seguirono quel sorriso invadevano il mio corpo e uscivano per le punte delle mie dita come raggi multicolori, poi seppi che da qualche parte del mondo, da qualche parte, c'era l'amore anche per me...." (tratto dal film "The Basketball Diaries"-"Ritorno dal Nulla" con Leonardo Di Caprio "Jim Carroll")
 1.2. Opere di Mel Odom.

mercoledì 17 giugno 2015

Un muro inondato di sole...


La stradina costeggiava un muro inondato di sole che proteggeva un giardino abbandonato da anni. Si vedevano gli alberi di limoni, qualche palma, e c'era odore di fiori di limoni già rinsecchiti e un sottofondo di cicale. Dall'altra parte si apriva la valle e le case di pietra dei contadini, i pollai, i campi coltivati, le vigne che digradavano nei terrazzamenti irregolari. (dal romanzo di Matteo Nucci "Sono comuni le cose degli amici")

domenica 14 giugno 2015

Infilare un dito nel liquido tepore...

Dopo quell'episodio fu tacito tra loro che quando erano soli e si erano scolati qualche birra potevano baciarsi quanto volevano, e Jack poteva sollevarle la maglia, slacciarle il reggiseno, palparle e leccarle i grandi ma delicati seni, e anche passarle dolcemente la lingua intorno ai capezzoli. Di tanto in tanto se erano particolarmente in sintonia lui le sbottonava i jeans e le scostava le morbide mutandine di pizzo, poi infilava un dito nel liquido tepore che lì per lì sembrava accoglierlo ma che avrebbe potuto serrarglisi intorno alle nocche in qualunque momento. (dal romanzo di Edmund White "Jack Holmes e il suo amico)

lunedì 8 giugno 2015

Una adirata, instancabile minoranza...


Non ci vuole una maggioranza per prevalere ma una adirata, instancabile minoranza, desiderosa di accendere focolai di libertà nelle menti degli uomini. (Samuel Adams, politico americano, 1722-1803)

1.2. Grotte buddiste di Longmen nella città di Luoyang Cina.

sabato 6 giugno 2015

Quante cose di me non ti ho mai detto!

Non avevo raccontato loro che un giorno, girovagando in bicicletta nelle campagne intorno alla casa dei nonni, ero entrato per caso a curiosare in quello che sembrava un rudere e, inaspettatamente, mi ero trovato di fronte a una mucca. Doveva aver partorito da poche ore; ai suoi piedi, con gli occhi ancora trasognati di chi viene da un altro mondo, giaceva il vitellino. Vedendomi, aveva emesso un forte soffio dal naso, come a dire: stammi lontano, non avvicinarti al mio piccolo; guarda, ma non toccare. Non c'era minaccia nel suo sguardo, piuttosto maestà, orgoglio, determinatezza. Aveva il naso umido, gli occhi con lunghe ciglia - neri, lucidi, profondi. Eravamo solo noi tre là dentro, ma era come se, fra i nostri tre sguardi, si fosse raccolto l'universo intero, come se la frammentarietà della mia vita, per un istante, si fosse ricomposta.
C'era stupore, e meraviglia e forza. C'era dono, cura e calore. C'erano le domande e le risposte, tutte raccolte in un unico soffio. Per questo, tornato a casa, con l'ingenuità dei miei dieci anni, avevo proclamato trionfante che avrei avuto una stalla. Quante cose di me non ti ho mai detto! Eravamo talmente giovani, talmente pieni di entusiasmo per il tempo che stavamo vivendo. C'era il presente - il tempo del nostro amore - e il futuro, che sarebbe stato ciò che negli anni a venire avremmo costruito insieme: il lavoro, la casa, i bambini, seguendo l'aspirazione di lasciare il mondo migliore di come l'avevamo trovato. Tutto ciò che era alle spalle non aveva nessuna imporanza, eravamo sicuri che la nostra passione e il nostro amore avrebbero superato ogni ostacolo. (dal romanzo di Susanna Tamaro "Per sempre")
1.2.3. Opere di Brian Richard Taddei.

mercoledì 3 giugno 2015

Sognare a occhi aperti su una vita immaginaria...

Opera di John Singer Sargent, Palazzo Labia, Venice, 1913.

A Jack non andava più a genio l'inaccessibilità di Will rispetto alla costanza della presenza di Peter. Preferiva fare sogni a occhi aperti su una vita immaginaria con Will che vivere la relazione con Peter. Gli piaceva provare a figurarsi come sarebbe stato toccare il corpo di Will e come avrebbe reagito ai suoi stimoli, piuttosto che conoscere a memoria il funzionamento di quello di Peter. Il sesso reale era  troppo carnale, troppo medico, come se il sesso lo costringesse a immergersi nelle pulsazioni e nel sudore, tra i nervi, le valvole e le secrezioni, mentre le fantasie sessuali restavano pure astrazioni, erano spirituali, immateriali. (dal libro "Jack Holmes e il suo amico" di Edmund White")

domenica 31 maggio 2015

Gira così forte che dà le vertigini...

Roma - Piazza del Popolo.

Nella sua Bombay i bambini giocano a cricket per strada, con una palla di gomma rossa, e anche se il battitore colpisce fortissimo e tira giù il vetro di una finestra, nessuno si arrabbia. Il vetro si riaggiusta da solo in pochi secondi, e il gioco riprende. L'arbitro è il vecchio padrone di una tabaccheria. Anche se non può concentrarsi troppo perchè deve vendere sigarette, "paan" e "supari", è così dotato che riesce a ricostruire mentalmente l'intera partita, palla dopo palla. Il lanciatore tira nei modi più strani. Prende la rincorsa all'indietro, senza nemmeno controllare i paletti e scaglia la palla alta nel cielo, se il battitore attende con pazienza che la palla ricada, cosa per cui possono volerci da uno a sette minuti. Quando finalmente la palla cade, gira così forte che dà le vertigini. (dal romanzo di Anosh Irani "Il bambino con i petali in tasca")

venerdì 29 maggio 2015

Era così bella e seducente...

Will era così sexy e Jack lo desiderava a tal punto che non poteva credere di non essere ricambiato. Cosa sarebbe successo se Jack gli fosse scivolato vicino e gli avesse messo una mano sull'inguine, come Edward aveva fatto con lui? Sarebbe stato come quel pomeriggio con Rebekkah, quando erano entrambi su di giri e lui si era fatto avanti e si sentiva uno stupratore ma poi aveva scoperto che anche lei aveva voglia di scopare? O forse no. E se Will l'avesse respinto e si fosse messo a guardarlo spaventato, indignato, schifato? Forse la situazione era un pò come la musica che stavano ascoltando. Era così bella e seducente che sicuramente anche Will ne stava godendo, sebbene due settimane prima fosse stato categorico nel dichiarare di odiare in toto la musica pop. "Non è neanche musica, non so nemmeno cosa ci sia da stare ad ascoltare - è rumorosa, banale, ha un ritmo monotono, è prevedibile ed è anche troppo breve e inconcludente. Non ha uno sviluppo. Non è niente. Niente!"
Era così facile, guardando Will da fumato, convincersi che fosse la voce un pò monocorde di Dionne Warwick a stregarlo fluttuando sopra quegli ammassi di archi, così come era impossibile resistere alla suggestione di un Will eccitato, a cui non sarebbe dispiaciuto essere inghiottito dalla calda, umida bocca di un amico. Lo stava solo immaginando o quella piega nei pantaloni si stava ingrossando, trasformandosi in un'erezione un battito dopo l'altro? Will faceva finta di sonnecchiare ma sapeva benissimo che Jack stava fiutando la sua eccitazione, anche da laggiù. Ma Jack non fece nulla e quell'attimo si paralizzò, come il sorriso su un volto carbonizzato. Per fortuna. Perchè subito dopo Will si stirò e si sedette  e parlò con il suo viso austero, quasi gotico. "Malgrado quella musica zuccherosa mi sono addormentato. Come fai ad ascoltare quella robaccia?" (dal libro "Jack Holmes e ilsuo amico" di Edmund White)

giovedì 28 maggio 2015

Quella oscena colata di case corrose dalle piogge e...

Qualche volta me ne andavo in giro per il parco da solo, e mi fermavo sull'orlo dello strapiombo a guardare la città di sotto che si apriva come un ventre tumefatto in mezzo ai fumi e al chiasso furioso che lassù arrivava ovattato. Il mare sembrava immobile e oleoso anche nei giorni di vento, e la luce accecante della primavera faceva apparire ancora più oscena la colata di case corrose dalle piogge e dall'incuria. (tratto dal libro "Di questa vita menzognera" di Giuseppe Montesano)

mercoledì 20 maggio 2015

Rafforzare la pazienza e la compassione...

I tibetani dicono che il nemico è un grande maestro, perchè solo un nemico ti aiuta a rafforzare la pazienza e la compassione. (dal film "Sette anni in Tibet", Brad Pitt)

lunedì 11 maggio 2015

Il ragazzo della porta accanto...

Jack era alto e slanciato e aveva addominali duri come il guscio di una tartaruga. I suoi capelli lisci si potevano definire biondo sporco, per quanto lui li tenesse pulitissimi lavandoli con lo shampoo Breck, un prodotto per donne. Le compagne a cui Jack era simpatico dicevano che aveva un aspetto da ragazzo della porta accanto, mentre quelle a cui piaceva davvero vedevano in lui il lanciatore di una squadra di baseball. A ogni complimento o cenno di interesse nei suoi confronti esultava (cosa di cui si pentiva all'istante). Si chiedeva se i suoi bizzarri genitori fossero coscienti del suo valore. Il sabato sera i ragazzi del collegio guardavano un film con le ragazze della scuola femminile gemellata con la loro. I ragazzi, soprattutto i convittori, con le donne erano goffi come monaci, ed era sempre un'impresa convincerli a rivolgere la parola alle loro ospiti durante il rinfresco a base di biscotti e sidro analcolico che seguiva la proiezione. I non convittori, che di solito passavano il fine settimana a casa, erano molto più a loro agio quando gli capitava di partecipare a quelle serate. Se non altro trattavano le donne come esemplari della stessa specie, mentre i convittori deglutivano imbarazzati, cambiavano colorito e si prendevano a gomitate nelle costole, quasi che le ragazze fossero cose preziose di cui avere soggezione, come cavalli purosangue appena acquistati.
Jack andava d'accordo con maschi e femmine perchè era il classico "bravo ragazzo". Aveva l'abitudine di porre domande insolite e molto precise anche a completi estranei. A una mostra fotografica studentesca poteva, senza alcun preambolo, chiedere alla persona in piedi accanto a lui: "Si vede proprio che sono scatti dello stesso fotografo, eh? I soggetti sembrano tutti usciti dagli anni Trenta." Per quanto strano fosse l'approccio, a Jack bastava che l'interlocutore gli dicesse come la pensava. Gli dava l'impressione che si conoscessero da una vita. (tratto dal libro "Jack Holmes e il suo amico" di Edmund White)

giovedì 7 maggio 2015

Lo vedevo sconosciuto...

In quell'esatto momento Andrea uscì dai perimetri della mia vita e non so con quale coraggio mi fece il suo "in bocca al lupo" per il locale. Mi rendevo sempre più conto di quanto fosse imbecille. Mai una volta gli era passato per la testa non dico di chiedermi scusa , ma quantomeno di giustificare o spiegare anche successivamente la sua uscita di scena dal Red Deer, dopo tutti i suoi propositi eccellenti, i discorsi e i sogni di Londra, l'entusiasmo infiammato. E da un giorno all'altro, era stato come se il club non l'avesse mai riguardato. Per un attimo volli vederlo complice, quando si rammaricava che non avevamo ancora trovato niente in cui tuffarci, neanche un pezzetto di nuvola a cui aggrapparci per raggiungere il futuro, ancora inesistente. Anche se era sincero, stavolta non aveva fatto in tempo, era arrivato tardi e non c'era più posto per lui. Solo io l'avevo riscaldato di certezze, e non me ne facevo più niente delle sue bugie. Lo vedevo sconosciuto all'improvviso. Lo vedevo per la prima volta. Cosa voleva questo estraneo nella mia cucina, a tavola con me, mi chiedevo. E mi dava fastidio anche il rumore del suo bicchiere ora vuoto, con dentro il cucchiaino sporco e biancastro. Ad Andrea il latte piaceva zuccherato. Ma il passato era finito e si capovolgeva nel mio bicchiere mentre lui, nonostante il mio rifiuto, mi versava ancora latte; si capovolgeva nei cerchi alla base, nel liquido bianco che piano piano saliva, fino al bordo. Ma non toccai quel bicchiere. Stavolta no. Quando Andrea se ne andò, gettai la nostra storia nel cesso, come carta igienica. Era finita. Quella volta lo dissi io. (dal libro "Latte acido" di Rossella Longo)
1.2. Opere di Diego Tolomelli.