sabato 6 giugno 2015

Quante cose di me non ti ho mai detto!

Non avevo raccontato loro che un giorno, girovagando in bicicletta nelle campagne intorno alla casa dei nonni, ero entrato per caso a curiosare in quello che sembrava un rudere e, inaspettatamente, mi ero trovato di fronte a una mucca. Doveva aver partorito da poche ore; ai suoi piedi, con gli occhi ancora trasognati di chi viene da un altro mondo, giaceva il vitellino. Vedendomi, aveva emesso un forte soffio dal naso, come a dire: stammi lontano, non avvicinarti al mio piccolo; guarda, ma non toccare. Non c'era minaccia nel suo sguardo, piuttosto maestà, orgoglio, determinatezza. Aveva il naso umido, gli occhi con lunghe ciglia - neri, lucidi, profondi. Eravamo solo noi tre là dentro, ma era come se, fra i nostri tre sguardi, si fosse raccolto l'universo intero, come se la frammentarietà della mia vita, per un istante, si fosse ricomposta.
C'era stupore, e meraviglia e forza. C'era dono, cura e calore. C'erano le domande e le risposte, tutte raccolte in un unico soffio. Per questo, tornato a casa, con l'ingenuità dei miei dieci anni, avevo proclamato trionfante che avrei avuto una stalla. Quante cose di me non ti ho mai detto! Eravamo talmente giovani, talmente pieni di entusiasmo per il tempo che stavamo vivendo. C'era il presente - il tempo del nostro amore - e il futuro, che sarebbe stato ciò che negli anni a venire avremmo costruito insieme: il lavoro, la casa, i bambini, seguendo l'aspirazione di lasciare il mondo migliore di come l'avevamo trovato. Tutto ciò che era alle spalle non aveva nessuna imporanza, eravamo sicuri che la nostra passione e il nostro amore avrebbero superato ogni ostacolo. (dal romanzo di Susanna Tamaro "Per sempre")
1.2.3. Opere di Brian Richard Taddei.

Nessun commento:

Posta un commento