sabato 18 giugno 2016

E a quel punto feci una pazzia...

Recife, capitale dello Stato di Pernambuco, Brasile.


“Quante volte nella vita accadono cose che non ti aspetti, cose che nemmeno desideri che accadano. E accadde… E mi sentii fortunato e sfortunato al tempo stesso.
Avevo sbagliato valigia e, visto il contenuto, non c’era alcun dubbio sul proprietario… David. Era la sua valigia. E a quel punto feci una pazzia, tirai fuori dalla valigia i suoi indumenti e, piano piano, senza sapere perché, iniziai a indossare quegli abiti che conoscevo a memoria…"


(dal libro di Albert Espinosa "La notte in cui ci siamo ascoltati")

giovedì 16 giugno 2016

Rispetta la vita...

"Avevo appena sette anni quando la passione del gioco mi conquistò. Una passione che io ho sempre chiamato "vita". Vita d'azzardo. Ma in fondo, piccolo Dani, cos'è la vita, se non un azzardo?"
Risposi con un lieve cenno di assenso. Non riuscivo a staccare lo sguardo dal suo: nei suoi occhi sfiniti brillava ancora la passione.
Una volta cresciuto, cominciai anch'io a giocare a poker. Ma era il gioco di mio padre, e non sarei mai stato più bravo di lui. Mi aveva insegnato tutto, ma io non sono mai diventato un asso. 
Cuori, quadri, fiori e picche erano la sua passione, non la mia.
Mi aveva insegnato una regola di base, valida per qualunque gioco: "Scommetti solo quello che non ti serve. E' fondamentale per evitare di rovinarti la vita, e di rovinarla a quelli che hai accanto. Rispettala sempre, sempre!" mi raccomandava.
(dal romanzo di Albert Espinosa, "Se mi chiami mollo tutto... però chiamami")

martedì 14 giugno 2016

Il momento della prova...


Ma la cosa era durata poco perchè era giunto il momento della prova, il momento del salto verso la gloria. Se avessi segnato quel gol da porta a porta sarei entrato nell'èlite. E invece l'avevo sbagliato, l'allenatore mi aveva dato un'altra opportunità e avevo sbagliato di nuovo, poi avevo sbagliato un'altra volta e un'altra ancora. Avevo calciato venticinque palloni e nessuno si era neanche avvicinato ai pali o alla traversa...
In cortile era sceso il buio, era inverno, faceva freddo e io ero rimasto lì da solo, solo con il pallone; l'avevo calciato per un'ultima volta e questo giro la palla era entrata in rete, ma ormai non c'era più nessuno a vedere, non c'era più nessuno che potesse saltarmi a cavalcioni, non c'era più nessuno da annusare... Ero rientrato nello spogliatoio.

(brano tratto dal romanzo di Albert Espinosa, "La notte in cui ci siamo ascoltati")

lunedì 6 giugno 2016

Era ampio l'arco teso...

Il cammino per accostarsi alla meta fu di una lentezza estrema. Passarono mesi, prima che fosse possibile anche solo attaccare seriamente il discorso e giungere ad una discussione sostanziale. Tanto erano lontani l'uno dall'altro, nonostante tutta la loro amicizia, tanto era ampio l'arco teso fra di loro! Un veggente e un cieco: così camminavano a fianco; e se il cieco ignorava la sua cecità, il sollievo era solo suo.
(brano tratto dal romanzo di Hermann Hesse "Narciso e Boccadoro")