La sera del tappeto, della cena cinese e del cinema iniziò una storia di fantascienza, proprio come i discorsi di Andrea. Stentavo a crederci. Andrea mi prese la mano come mai prima e mi condusse a vedere quello che c'è dopo la neve, quello che non vedi neanche quando stai fatto fino all'anima. Mi portò in mondi nascosti dove nessuno mi aveva mai portato, dove niente poteva stare in quel momento oltre il cielo e il fuoco, ancora più avanti sino alla fine del mondo. Andrea mi chiese, sfiorandomi di sospiri baciati come l'offerta di una vergine, io mi sentii chiesto e risposi. A quella voce tanto attesa, desiderata con tutto me stesso per così lungo tempo. Non cercai spiegazioni a quel cambiamento. Le relazioni, specie quelle più difficili e delicate, assumono improvvise e diverse configurazioni modificandosi, talvolta, senza una razionale motivazione.
Forse perchè noi stessi decidiamo che è giunto il momento di cessare il fuoco e di ricongiungerci con la nostra parte vera, quella che sola ascolta ciò che desideriamo e che resta la nostra parte migliore. Dopo quella sera, in cui io e Andrea intrecciammo i nostri corpi alle nostre anime, ne seguirono ancora altre meravigliose, curiose. Segretamente scoprimmo la città di cui nessuno ci aveva mai parlato, assaporammo morbosamente il piacere che i nostri genitori non ci avevano mai spiegato. Pensai a papà che mi aveva comprato i profilattici l'estate in cui ero andato a Riccione e a mamma che mi lasciava da solo con Laura per fare l'amore e noi a parlare, invece, sempre e solo parlare, io che non la volevo, spinto fuori dal suo corpo di curve. Quello che ci capitò in quei giorni fu esagerato. Non trovo altre parole. Aveva ragione Andrea sulle storie di viaggi in altre mondi, prima o poi si avverano. Quando meno te l'aspetti, quando stai al cenone di Capodanno o in un negozio d'abbigliamento a misurarti i pantaloni. (tratto dal libro "Latte acido" di Rossella Longo)
Foto 1.2. Acquario Moby Dick del Parco Leonardo di Fiumicino (Roma)
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