sabato 4 aprile 2015
Mi vide, ne sono certo, perchè...
Per ultimo veniva il conte, che vedevo per la prima volta, un uomo dai capelli e dai baffi grigi, con una stella tempestata di brillanti che mandava bagliori all'altezza del cuore. Si fermarono un attimo, uniti, superiori, perchè la gente li guardasse a bocca aperta, forti di un diritto conferito loro da novecento anni di storia. Finalmente decisero di avviarsi ai loro posti. Il conte avanzò per primo, seguito dalla contessa, sulla cui bella testa danzava l'aurora boreale dei brillanti. Infine si mosse Konradin che, prima di sedersi, si guardò attorno, salutando con un cenno del capo le persone che conosceva con la stessa sicurezza del padre. Tutt'a un tratto mi vide, ma non diede alcun segno di riconoscermi, poi il suo sguardo riprese a vagare per la platea, si levò verso i palchi e tornò ad abbassarsi. Mi vide, ne sono certo, perchè i suoi occhi incontrando i miei, ebbero un guizzo da cui capii che aveva registrato la mia presenza. Poi il sipario si alzò e tanto gli Hohenfels che noi, appartenenti al volgo, precipitammo nell'oscurità fino al primo intervallo. (tratto dal libro "L'amico ritrovato" di Fred Uhlman)
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