domenica 5 aprile 2015

Ero ben deciso di appurare la verità...

Frattanto gli Hohenfels, con incedere lento e maestoso, si facevano sempre più vicini. Procedevano uno accanto all'altro e la contessa, che stava nel mezzo, salutava i conoscenti con un cenno del capo o agitando la mano ingioiellata come se fosse stata un ventaglio, mentre i brillanti che le incorniciavano il collo e il capo emanavano raggi di luce simili a gocce di acqua cristallina. Anche il conte chinava leggermente il capo per salutare e lo stesso fece nel vedere il Presidente della repubblica, il quale rispose con un profondo inchino. La folla si apriva al loro passaggio e la regale processione proseguiva il suo cammino senza incontrare ostacoli, altera e minacciosa. Gli Hohenfels distavano ancora una decina di metri dal punto in cui li attendevo, ben deciso di appurare la verità. Non avevo più via di scampo. La distanza si ridusse a cinque metri, poi a quattro. Tutt'a un tratto Konradin mi vide, sorrise, portò la mano destra al bavero come per togliersi un granello di polvere e... mi avevano già superato. Continuarono ad avanzare con solennità, come se stessero seguendo l'invisibile sarcofago di porfido di uno dei Potenti della terra, procedendo al ritmo di una marcia funebre che nessuno udiva, senza smettere di sorridere e di alzare la mano in un gesto quasi benedicente. Quando giunsero all'estremità del foyer li persi di vista, ma qualche istante dopo il conte e la contessa tornarono, questa volta senza Konradin. Continuarono il loro andirvieni, accettando l'omaggio dei presenti. (dal libro di Fred Uhlman "L'amico ritrovato")

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