Sulla mia faccia sembra
essere passato un camion. Il vento spazza anche la pioggia, che mi arriva
addosso da ogni parte, mi entra perfino nella nuca e nella schiena. Non capisco
che cosa sono venuto a fare fin qua. Piove sempre più forte. Vado. Raggiungo la
fermata del tram. Seduti sotto la tettoia due ragazzi sui vent'anni fissano il
vuoto. Jeans neri, maglietta nera. Bagnati. Anche sulle loro facce sembra
essere passato un tir, di quelli che quando ti sorpassano in autostrada
sembrano non finire mai. Uno di loro mi guarda. Sembra chiedermi qualcosa con
gli occhi, scuri, spillati, quasi staccati dalla testa. Uno sguardo che vorrebbe
gridarmi addosso tutta la sfiga. Mi specchio nelle sue pupille e intanto non
smette di piovere. Vento e freddo. Mi appoggio contro il palo della pensilina.
Non mangio da ieri. Ho i brividi. Forse la febbre. Sopra di me solo il grigio
del cielo. Mi gira la testa. La testa. La testa. Qualcuno mi tolga questo
mostro dalla testa. Adesso. Ora. Mi butto sulla panchina. Una, due, tre. Sento punture
dappertutto nel cervello, lasciatemi andare… Voglio disperdermi. Una volta per
tutte. Per sempre.
1.2. London.
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