lunedì 28 luglio 2014

Mi strinse la mano tremante..................


Tre giorni dopo, il quindici marzo – una data che non dimenticherò più – stavo tornando a casa da scuola. Era una sera primaverile, dolce e fresca. I mandorli erano in fiore, i crochi avevano già fatto la loro comparsa, nel cielo – un cielo nordico in cui indugiava un tocco italiano – si mescolavano il blu pastello e il verde mare. Davanti a me vidi Hohenfels; pareva esitare come se fosse in attesa di qualcuno. Rallentai – avevo paura di oltrepassarlo – ma dovetti comunque proseguire perché sarebbe stato ridicolo non farlo e lui avrebbe potuto fraintendere la mia indecisione. L’avevo quasi raggiunto, quando si voltò e mi sorrise. Poi con un gesto stranamente goffo ed impreciso, mi strinse la mano tremante. «Ciao, Hans,» mi disse e io all’improvviso mi resi conto con un misto di gioia, sollievo e stupore che era timido come me e, come me, bisognoso di amicizia. Non ricordo più ciò che mi disse quel giorno, né quello che gli dissi io. Tutto quello che so è che, per un’ora, camminammo avanti e indietro come due giovani innamorati, ancora nervosi, ancora intimiditi. E tuttavia io sentivo che quello era solo l’inizio e che da allora in poi la mia vita non sarebbe più stata vuota e triste, ma ricca e piena di speranza per entrambi. Quando infine lo lasciai, percorsi in un batter d’occhio la strada che mi separava da casa. Ridevo, parlavo da solo, avevo voglia di piangere, di cantare e trovai ben difficile non rivelare ai miei genitori la mia felicità, non dire loro che la mia vita era cambiata, che non ero più un mendicante, ma tutt’a un tratto ero diventato una specie di Creso. Per fortuna i miei genitori erano troppo occupati da altro per notare il cambiamento. (Citazioni da "L'amico ritrovato" di Fred Uhlman)

 1.2. Opere di Charles White.

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