"C'è qualcosa, in quel tunnel che porta in città. Di notte è stupendo. Semplicemente glorioso. Ti avvicini a un fianco della montagna, e fuori è buio, e la radio è a palla. Quando lo imbocchi, il vento viene risucchiato, e devi socchiudere gli occhi per le luci del soffitto. Quando inizi a farci l'abitudine, riesci a vedere l'uscita dalla parte opposta, in lontananza; e le note della radio si affievoliscono fino a svanire, perchè le onde non arrivano. Poi, quando sei al centro della galleria, la realtà intorno a te diventa un sogno tranquillo. L'uscita si avvicina, e tu hai l'impressione di non riuscire ad accelerare abbastanza. E alla fine, proprio quando inizi a pensare che non la raggiungerai mai, la vedi esattamente lì, di fronte a te. E la musica della radio torna, e hai l'impressione che sia addirittura più alta di prima. E il vento è lì, che aspetta. E tu voli fuori dal tunnel, dritto sul ponte. Ed eccola. La città. Un milione di luci e di edifici, ed è tutto così eccitante che ti sembra di vederlo per la prima volta. E' davvero un'entrata grandiosa". (tratto dal libro "Noi siamo infinito" di Stephen Chbosky)
1.2.3. Opere di Jean Pierre Monange, 1946
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